Circa un settimo degli ipertesi soffre di disturbi dell’erezione sia a causa dell’ipertensione stessa, sia a causa dei farmaci prescritti per curarla. Questo tipo di problema conduce spesso i pazienti ad abbandonare la cura. L’unica soluzione: vincere le reticenze e parlarne al medico.
Per i cardiopatici gli affari di cuore non sono sipre facili: da un lato, i problii sessuali sono più frequenti rispetto agli altri uomini, dall’altro, la paura dell’infarto fa tiere il peggio. Come distinguere tra immaginazione e realtà? L’ipertensione arteriosa è definita dalla pressione arteriosa sistolica al di sopra di 14 (140 mm di mercurio) o dalla pressione arteriosa diastolica superiore a 9 (90 mm di mercurio) [valori stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità]. Secondo gli ultimi dati epidiiologici, nel nostro paese quasi 10 milioni di persone soffrono di ipertensione, quasi 7 sono in cura. Tra questa importante popolazione, gli uomini possono soffrire di disturbi dell’erezione sia a causa dell’ipertensione, sia/oppure a causa del trattamento farmacologico che assumono per curarla. Malgrado questi effetti secondari, pochi pazienti riusciranno a vincere la loro reticenza e a parlarne al proprio medico; tuttavia, una volta superato lo scoglio psicologico che consiste nell’esporre il problema, è possibile, più o meno facilmente, apportare soluzioni vincenti alla disfunzione erettile. In alcuni casi è sufficiente modificare il trattamento farmacologico, in altri bisognerà prescrivere al paziente un trattamento specifico dei disturbi dell’erezione che non ponga però alcun problema di interazione con il trattamento anti-ipertensivo. L’unica controindicazione assoluta è costituita dall’interazione dei farmaci a base di nitrati e del sildenafil (Viagra®).
L’attività sessuale è solo una delle numerose sollecitazioni alla quali è sottoposto il cuore. Lo “sforzo sessuale” è pericoloso per il muscolo cardiaco, o non lo è, allo stesso modo di alcuni esercizi fisici regolari, o addirittura può svolgere un ruolo cardioprotettivo? I lavori di Stein (American Journal of Cardiology) hanno permesso di valutare la sollecitazione sia in termini di aumento della tensione, sia del ritmo cardiaco durante il rapporto sessuale. Nelle persone giovani e in buona salute, questi indici salgono notevolmente; nei soggetti coronaropatici, i due indici si abbassano. In confronto a un’attività fisica e a una risposta iotiva intensa, il coito comporta un basso rischio di infarto del miocardio.
Il professor Ebrahim, docente gallese, ha condotto uno studio su 2400 uomini residenti a Caerphilly. Obiettivo dello studio è dimostrare la relazione esistente tra la pratica regolare di un esercizio fisico e la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Ebrahim e la sua équipe hanno sottoposto a un questionario i partecipanti che non soffrivano di cuore all’inizio dello studio. Il questionario comprendeva anche domande riguardanti la frequenza settimanale dei loro rapporti sessuali. Risultato: gli uomini che hanno almeno tre organismi alla settimana per 10 anni sono anche quelli che hanno un rischio due volte inferiore di avere una crisi cardiaca o cerebrale.
Un vasto studio (JAMA) realizzato su 858 pazienti ospedalizzati ha consentito di valutare il rischio di morte improvvisa direttamente collegata a un’attività sessuale, e i risultati sono rassicuranti: solo lo 0.9% dei casi. Un più recente studio svedese (Heart) ha invece rivalutato questo rischio: l’1.3% degli infarti avviene dopo un rapporto sessuale, ma il rischio di attacco cardiaco raddoppia nell’ora successiva al rapporto, e quadruplica (4.4) nei pazienti sedentari. I cardiologi raccomandano ai pazienti di praticare un’attività fisica regolare e moderata come il camminare, proprio per abituare il cuore allo sforzo. L’attività sessuale, lo ripetiamo, rappresenta uno sforzo fisico di intensità moderata, salvo i casi in cui raggiungere il settimo cielo comporta prestazioni acrobatiche… Oggi sappiamo che l’esercizio fisico regolare è un fattore di protezione dalle malattie cardiovascolari, ma l’attività sessuale può veramente essere considerata uno sport come un altro? Alcuni studi sibrano suggerirlo. Insomma, i pazienti ipertesi non devono tacere i loro problii erettili: il medico può valutare i disturbi, eventualmente modificare la cura o il dosaggio, ma attenzione: non tutti problii erettili dell’iperteso sono imputabili alla malattia cardiaca…
IPERTENSIONE
Si può avere la pressione alta e non accorgersene, perché l’ipertensione è asintomatica. La causa dell’ipertensione è ignota nella maggior parte dei casi, anche se si ritiene che questa condizione patologica sia responsabile di molte malattie. L’ipertensione è la malattia cronica più diffusa negli anziani, ed è nota anche come “killer silenzioso” perché soprattutto agli stadi iniziali non produce sintomi pur danneggiando il cuore, le vene, i reni, gli occhi e la funzione erettile. L’ipertensione è un problema molto serio che va riconosciuto e curato per prevenire l’infarto, l’ictus e altri problii cardiaci e renali gravi. La prova della pressione deve essere effettuata a tutte le età almeno una volta all’anno, ma con maggiore frequenza se si è anche solo moderatamente sovrappeso, si è diabetici, si ha una storia familiare o personale di ipertensione, o il valore della pressione diastolica all’ultima misura era >85 mmHg.
Quando scorre nelle arterie dal cuore lungo tutto il resto del corpo, il sangue esercita una certa pressione lungo le pareti dei vasi arteriosi; questa pressione si misura in millimetri di mercurio (mmHg), e la lettura è espressa da due numeri – la pressione mentre il cuore batte (pressione sistolica) in rapporto alla pressione misurata tra un battito cardiaco e l’altro (pressione diastolica). I numeri si scrivono uno di seguito all’altro o uno sopra l’altro, il primo valore è sipre quello della pressione sistolica, il secondo è sipre quello della pressione diastolica. Nelle persone anziane il valore della pressione sistolica è spesso elevato, cioè >140 mmHg, mentre quello della pressione diastolica è normale, cioè <85 mmHg; questa condizione è nota come ipertensione sistolica isolata (ISH). La pressione sistolica tende ad aumentare con l’età nella maggior parte delle persone, mentre la pressione diastolica aumenta in genere fino ai 55 anni per poi iniziare una rapida discesa. L’ISH è la forma più diffusa di ipertensione negli anziani e può provocare notevoli problii alla salute, perciò deve essere curata. Il trattamento dell’ISH salva la vita e la migliora, riducendo le probabilità di ammalarsi di certe malattie.
Fattori di rischio
Oltre alle predisposizioni familiari, nello sviluppo dell’ipertensione sono coinvolti molti fattori ambientali che sono sotto il nostro stretto controllo, come il tipo di alimentazione, il sovrappeso, la sedentarietà, l’eccessivo consumo di sale o di alcol. Oltre che attraverso lo stile di vita, l’ipertensione può essere curata farmacologicamente, talvolta per tutta la vita.
Come avviene la misura
La pressione si misura con un bracciolo di gomma avvolto intorno alla parte superiore del braccio. Il bracciolo viene gonfiato interrompendo per qualche secondo il flusso del sangue nell’arteria, e in questa fase il medico usa lo stetoscopio per ascoltare il flusso che ricomincia a pulsare. Le due misure (pressione sistolica e pressione diastolica) si ottengono con la lettura dei valori indicati dallo sfigmomanometro – il primo valore indica la pressione diastolica ottenuta quando il cuore si contrae e spinge il sangue nel corpo, il secondo si ottiene quando il cuore si rilassa e si riipie di sangue tra un battito e l’altro. Prima del test è meglio evitare il caffè, la nicotina e alcuni farmaci come gli anti-infiammatori non steroidei, che possono aumentare artificiosamente i valori. Valori elevati sono indice che il cuore lavora molto, alla lunga usurandosi e usurando le arterie, tuttavia la lettura di valori elevati in una sola misura non è significativa. Sono nella norma valori £ 130 mmHg per la pressione sistolica, e £ 85 mmHg per la pressione diastolica, perciò è ottimale una lettura equivalente a 120/80, mentre inizia a essere preoccupante una lettura ³140/90 mmHg. Valori equivalenti a 130-139/85-89 sono già indice di rischio di ipertensione. Per una diagnosi definitiva di ipertensione sono necessarie più letture ripetute nel tipo.
Il prof. Alessandro G. Littara è un'autorità nella chirurgia plastico-estetica genitale maschile grazie al suo lavoro pionieristico sulla falloplastica, una tecnica che ha praticato fin dagli anni '90 e che ha continuamente modificato, migliorato e perfezionato durante la sua esperienza personale di migliaia di casi provenienti da tutto il mondo. E’ autore ad oggi di oltre 5000 interventi di falloplastica, che lo portano ad essere uno dei chirurghi universalmente più esperti nel settore. Il suo costante lavoro di ricerca lo ha portato a perfezionare continuamente le metodiche, che rappresentano un punto di riferimento internazionale e materia di insegnamento nella sua International Academy in Penoplasty. In particolare, la sua ricerca della soluzione più efficace con salvaguardia assoluta della sicurezza, lo ha portato a sviluppare una metodica originale che non prevede, sia per l’allungamento che per l’ingrossamento del pene, l’utilizzo di alcun materiale estraneo all’organismo. Nella sua Accademia, il Dr. Littara ha formato nei primi 3 anni oltre 50 chirurghi provenienti da varie parti del mondo, e che sono stati istruiti ed abilitati all’utilizzo di tali metodiche.
Formatosi (1991) presso il Centro di Andrologia dell’Università di Pisa (diretto dal Prof. G.F.Menchini Fabris), attualmente presta opera di collaborazione esterna. Presso tale Centro si è perfezionato in Operatore di moduli di Andrologia e in Sessuologia Medica.
Inoltre ha collaborato per vari anni con l’Istituto di Chirurgia Generale II – Unità Operativa di Endocrinochirurgia (diretta dal Prof. P.Miccoli), dell’Università degli Studi di Pisa, per quanto attiene alla pratica chirurgica.
Ha usufruito in chirurgia uro-andrologica dell’insegnamento pratico del Prof. E. Belgrano (direttore della clinica urologica dell’Università di Trieste) e del Prof. F. Carmignani (direttore clinica urologica Università di Genova) per oltre cinque anni, rimanendo al corrente di tecniche di chirurgia uro-andrologica e di urologia ginecologica d’avanguardia.
Ha effettuato un periodo di aggiornamento presso l’Istituto S. Raffaele di Milano nel reparto di Urologia diretto dal Prof. Rigatti.
E’ stato responsabile della branca di andrologia-sessuologia medica e chirurgica presso la Casa di Cura "Mercurio-Quisisana" di Montecatini Terme (PT), dove ha partecipato a circa 1000 interventi di chirurgia andrologica, uro-ginecologica e chirurgia generale in qualità sia di primo operatore che di aiuto.
Ha partecipato come discente alla "Scuola Europea in Andrologia e Chirurgia Andrologica", organizzata dalla Società Italiana di Andrologia presso centri europei di riconosciuta eccellenza.
Attualmente esercita attività libero-professionale inerente la diagnosi e terapia, medica e chirurgica, delle patologie di pertinenza uro-andrologica, uro-ginecologica e sessuologia. E' Professore a.c. di Chirurgia Ricostruttiva Uro-genitale presso l'Università di Pisa. E’ l’ideatore della nuova figura professionale medica specialistica del "chirurgo sessuale".
Ha partecipato in qualità di relatore a numerosi congressi di carattere uro-andrologico e plastico-estetico (Società italiana di Andrologia; European Society of Aestethic Surgery; società italiana di Medicina Estetica, e altri)
E’ collaboratore di Radio 24 per quanto riguarda l’andrologia medica e chirurgica, e la sessuologia. Collabora con quotidiani nazionali, riviste settimanali e mensili a larga tiratura e programmi televisivi nazionali e regionali. Ha ideato e condotto per due anni una trasmissione radiofonica rivolta alla sessuologia presso una radio locale toscana ("SexOS"). Partecipa in qualità di esperto della materia alla trasmissione "istruzioni per l’uso" condotta da Emanuela Falcetti su Radio1 e Rai 3.
Ha costituito (e ne è il responsabile) a Milano il "Centro di Medicina Sessuale", dove vengono trattate tutte le patologie della sfera sessuale e riproduttiva maschile e femminile. Gestisce un’equipe multidisciplinare, formata da andrologi, ginecologi, specialisti in riproduzione assistita, psico-sessuologi, psichiatri, chirurghi plastico-estetici e avvocati.
Ha effettuato il training presso il Laser Vaginal Rejuvenation Center di Beverly Hills, diretto dal Dr. David Matlock, per l’apprendimento delle metodiche di laser chirurgia genitale femminile. E’ chirurgo affiliato e abilitato alle procedure DLV (Designer Laser Vaginoplasty), LVR (Laser Vaginal Rejuvenation) e G-Spot Amplification presso tale centro.
Visita a Milano (presso il Centro di Medicina Sessuale, sede principale) e periodicamente a Roma, e collabora con strutture specializzate nella terapia dell’infertilità di coppia.